L'incontro interreligioso, “Il cibo dello spirito”, è stato organizzato da Expo Milano 2015 in occasione della giornata in cui la Chiesa celebra la Salvaguardia del Creato

«I valori di giustizia, condivisione, solidarietà trovano nelle religioni dei protagonisti e dei custodi affinché il diritto al cibo sia riconosciuto e generi un patrimonio praticato nel quotidiano. Papa Franceco ricorda a tutti gli uomini di buona volontà  che il cibo che nutre l’uomo ha un valore spirituale e che senza questo riconscimento non supereremo la crisi ecologica. Ed è questo un messaggio che il Pontefice vuole indirizzare non solo ai credenti ma a tutti gli uomini di buona volontà».

 

Lo ha detto questa mattina il vicario per la Cultura, la Carità, la Missione è l’Azione sociale della Diocesi di Milano, monsignor Luca Bressan, prima di firmare la “Carta di Milano” insieme ai rappresentati delle altre religioni, durante l’incontro intereligioso, “Il cibo dello spirito”, organizzato da Expo Milano 2015, in occasione della giornata in cui la Chiesa celebra la Salvaguardia del Creato.

 

Dopo i saluti del ministro all’Agricoltura, Maurizio Martina che ha ricordato «l’importanza di questo gesto simbolico anche oltre i confini di Expo» e del commissario unico di Milano Expo 2015, Giuseppe Sala, che ha sottolineato «il clima di accoglienza che si coglie ad Expo», i rappresentanti di tutte le religioni che hanno aderito all’iniziativa hanno spiegato le loro motivazioni.

 

Svamini Hamsananda Ghiri, Vice Presidente dell’Unione Induista Italiana, ha detto: «Responsabilità e condivisone sono alla base anche dell’induismo: per nutrirsi, bisogna prima condividere».

 

Sul concetto di responsabilità si è soffertamato anche Elia Richetti, Rabbino della Comunità Ebraica di Milano: «Nella Bibbia si dice che gli uomini avranno il compito di dominare la terra, ma la Sacra scrittura spiega anche che i dominatori sono coloro che hanno il compito di gestire il comportamento comune e quindi i rapporti tra i cittadini e la terra».

 

«Per i buddisti il cibo ha un valore spirituale, la mancanza di cibo, impedisce lo sviluppo spirituale dell’uomo e di tutti gli esseri viventi», ha sottolineato Carlo Tetsugen Serra, Abate del Monastero Zen “Il cerchio”.

 

Di cibo come strumento di aggregazione ha parlato Paljin Tulku Rinpoche, Lama del Centro Studi Tibetani “Mandala”.

 

«Nella preghiera quotidiana il Signore ci invita a pensare che il pane è di tutti, questo spiega il rapporto che dobbiamo avere con il cibo» ha ricordato Traian Valdman, Archimandrita della Chiesa Ortodossa Romena.

 

Giuseppe Platone, pastore della Chiesa Evangelica Valdese, ha sottolineato che «la fame è un problema politico, ma le religioni possono dare un grande contributo se non si limitano alla chiacchiere e alle liturgie vuote, ma come stanno facendo oggi si riconoscono in principi comuni».

 

«Occorre cambiare le strutture economiche di produzione e distribuzione per granatiere a tutti il diritto al cibo. È un cammino lungo, noi chiese siamo state e siamo parte del sistema, ma sappiamo che è possibile convertirsi insieme», ha detto Piergiorgio Acquaviva, presidente del Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano.

 

Yahya Pallavicini, vicepresidente del Coreis (Comunità Religiosa Islamica) ha chiarito che «il ruolo di vicario di Dio sulla terra affidato all’uomo, lo rende responsabile nella gestione e nell’amministrazione del creato. Questa responsabilità può essere assunta correttamente oppure esercitata in modo violento come sta succedendo oggi in alcuni Califfati».

 

Una esplicita condanna alle violenza del fanatismo islamico è venuta da Mahmoud Asfa presidente della Casa cultura Musulmana: «La strumentalizzazione della religione che sta facendo l’Isis e altri movimenti simili è per noi musulmani una ferita profonda. L’Islam è un messaggio di amore e fratellanza».  «La nostra religione – ha aggiunto -predica che il cibo è di tutti e non è credente chi dorme con la pancia piena mentre il suo vicino soffre la fame».

 

Dopo gli interventi, i rappresentanti delle religioni hanno sottoscritto la Carta di Milano e benedetto i cibi offerti da 80 paesi presenti ad Expo. La cerimonia si è conclusa con una preghiera laica recitata in italiano, francese e inglese da bambini di diversi paesi e da un pranzo comunitario a base di riso rispettoso dei diversi tabù religiosi preparato dallo chef Pietro Leeman.

 

Ha dato la propria adesione, a nome della sua comunità, anche Dorothée Mack, Pastora della Chiesa Evangelica Metodista.