L'essenza dell'Esposizione universale raccontata all'ExpoLAB dell'Università cattolica da Giacomo Biraghi e Alvise De Sanctis: «Un utile e lussuoso spazio di democrazia dove una volta ogni cinque anni il mondo si riunisce in pace e dove, per una volta, il nostro Paese farà una gran bella figura»

di Silvia Galbiati

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Cos’è Expo 2015? A poche settimane dall’inizio dell’evento che metterà al centro del mondo Milano e l’Italia, sono ancora pochi coloro che sanno rispondere con precisione a questa domanda. Per questo motivo ExpoLAB, il contenitore di iniziative dell’università Cattolica che da tre anni gestisce tutte le attività sull’esposizione universale, ha organizzato un ciclo di quattro incontri (clicca qui per i dettagli) per offrire un quadro completo della manifestazione. Quattro appuntamenti che illustreranno le iniziative del Padiglione dell’Unione Europea, il mondo dei Cluster e le proposte del Padiglione Italia.

 

Il primo incontro si è soffermato sull’essenza di Expo. A rivelarla, due tra gli attori principali dell’organizzazione, Giacomo Biraghi, digital and media PR di Expo Milano e Alvise De Sanctis, responsabile della comunicazione e PR di Expo in Città.  “Expo universale è un format, come il Grande fratello e Xfactor – spiega Biraghi –. Un format di proprietà di un’associazione di 161 stati chiamata Bie (Bureau International des Expositions) che lo assegna per un milione e 200mila euro ad un suo associato. Questa volta è toccato a Milano”.

Cosa sia Expo è spiegato nel dettaglio in 1380 pagine di regole e regolamenti, riassumibili in pochi e semplici punti. Spiega Biraghi: “Expo appartiene alla famiglia dei parchi tematici, di cui fanno parte quattro “fratelli”: i casinò, le crociere, i parchi divertimento e, appunto, le esposizioni  universali”. Come tutti i fratelli, queste quattro realtà possiedono tratti comuni e caratteristiche distintive. I tratti in comune sono quattro: la necessità di possedere un’area accessibile tramite un biglietto valido in determinati orari, la presenza di centinaia di attrazioni, il medesimo pubblico di riferimento, ovvero le famiglie con bambini, e un palinsesto di eventi deciso il giorno x e ripetuto per tutti gli altri giorni. “È proprio per questo che Expo non ha un calendario: ogni giorno è uguale all’altro”.

 

L’esposizione universale, organizzata ogni 5 anni, possiede anche alcune caratteristiche particolari, che la rendono ambiziosa e irripetibile. Innanzitutto è l’unica a durare solo 184 giorni; inoltre, tutte le attrazioni devono essere rimosse dopo la chiusura del parco. La modalità di gestione è quella del cosiddetto “condominio all’italiana”. Spiega Biraghi: “Ogni attrazione e ogni evento sono gestiti singolarmente da soggetti autonomi, i “condomini”, che decidono senza alcun tipo di coordinamento”. I condomini di Expo2015 sono 415 tra associazioni, stati, Ong, regioni, città, aziende. La caratteristica più ambiziosa di tutte è però il tema. “Deve essere d’interesse mondiale e generale. Deve far sentire rappresentati tutti, cristiani, musulmani, piccoli, grandi, religiosi, atei”.

 

Expo non si limiterà all’esposizione, ma è destinata a coinvolgere tutta la città, con l’iniziativa Expo in Città o FuoriExpo, ovvero tutti gli eventi che animeranno durante i sei mesi l’area metropolitana. Tra i principali fautori c’è Alvise De Sanctis, che spiega: “Sono più di 7mila appuntamenti, nel primo palinsesto interamente costruito in crowdsourcing”. Chiunque infatti può presentare il proprio evento: università, città, Ong, Stati e non solo.  De Sanctis e Biraghi guardano al primo maggio, giorno in cui “Milano sarà sotto i riflettori internazionali”. E si definiscono expottimisti: “Siamo ottimisti – spiegano – perché Expo non è un evento che salverà l’Italia, non è una dottrina, non è una religione o un insegnamento, ma un utile e lussuoso spazio di democrazia dove una volta ogni cinque anni il mondo si riunisce in pace e dove, per una volta, il nostro Paese farà una gran bella figura”.