L’Arcivescovo di Milano ha dedicato una riflessione all’esposizione universale durante l’omelia della messa del Giovedì santo

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Expo come occasione, per la Chiesa, di testimoniare integralità nell’affrontare i bisogni dell’uomo. È la sottolineatura del cardinale Angelo Scola, pronunciata durante l’omelia della messa In Coena Domini presieduta in Duomo a Milano.

Lo spunto di riflessione prende origine dalla lettera ai corinti (Epistola, 1Cor 11,29b), nella quale San Paolo, afferma l’Arcivescovo di Milano, «non usa mezzi termini contro coloro che non lo riconoscono (il Signore ndr) e perciò si chiudono a questa logica: “… chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna”».

Un’eco che risuona anche nelle parole di Papa Francesco, ricorda Scola, quando, parlando “Chiesa in uscita”, ha esortato: «Più della paura di sbagliare spero ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, […] mentre fuori c’è una moltitudine affamata e Gesù ci ripete senza sosta: “Voi stessi date loro da mangiare”» (Messa conclusiva GMG Rio 2013).

L’invito di Gesù «che il Papa ci ricorda – prosegue quindi il cardinale Scola – comprende certamente la condivisione del cibo, ma non si ferma a questo. Ad imitazione del loro Maestro e Signore i cristiani sono tesi a condividere con i fratelli tutta la vita».

In questa chiave di lettura si inserisce la riflessione sull’esposizione universale: «Expo è ormai alle porte e la Chiesa intende in questa occasione testimoniare, con le parole e con le opere, questa integralità nell’affrontare i bisogni dell’uomo. Intende farlo come faceva Gesù che dilatava il bisogno in desiderio. Gli apostoli avevano bisogno di lavarsi i piedi. Gesù, che è figlio di Dio si fa carico di quel banale – per un giudeo – bisogno, ma lo trasforma in un segno del Suo amore che libera. Vuole che loro – pensiamo a Pietro –, abbiano parte con Lui. Cosa può compiere l’umano desiderio più del bell’amore?».