Per un mese in mostra al San Fedele di Milano le immagini di Ivo Saglietti, scattate nelle discariche dell'isola caraibica dove i poveri cercano il cibo tra i rifiuti

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Si inaugura giovedì 23 aprile 2015 alle ore 18,30 al centro San Fedele di Milano (piazza San Fedele) la mostra “Cacciatori di cibo”, del fotografo Ivo Saglietti. Resterà aperta fino al 23 maggio dalle ore 16 alle 19, dal martedì al sabato, (al mattino su appuntamento, chiuso i festivi).

Così uno dei curatori della mostra, il gesuita padre Andrea Dall’Asta, introduce il soggetto dell’esposizione, ispirato, quasi per contrasto, a Expo2015 (qui di seguito un estratto dalla sua introduzione):

Più difficile è parlare di cibo nelle zone dimenticate del mondo, nelle periferie geografiche, nei posti marginali, considerati insignificanti e privi d’interesse. Come a Haiti.

 

È il paese tra i più poveri delle Americhe, meglio, del mondo. Stretta tra un micidiale vento, soffocata da un clima infelice e da dittature spietate, tra devastanti inondazioni, tra malattie, epidemie e terremoti, senza risorse economiche o minerarie che possano avere un qualche interesse per l’Occidente, appare dimenticato, cancellato dalla cartina geografica, ricordato solo per qualche catastrofe che ricorda la sua presenza, suscitando una pietà passeggera per la povera gente inerte di fronte a un tragico destino.

 

Un giorno, il fotografo Ivo Saglietti, seguendo un gruppo di mezzi militari americani, giunge a un immenso immondezzaio, dove l’Occidente scarica i propri rifiuti. La visione che si dischiude al fotografo assume toni apocalittici quando i camion dell’immondizia scaricano i loro cassoni.

 

Di colpo, come se fossero stati «scaricati» splendidi doni da un cielo benefico e magnanimo, come in una discesa della manna dal cielo, un migliaio di ragazzi, di donne e di bambini si gettano furiosamente su queste orrende montagne. Inizia allora la caccia al cibo e a quanto può ancora servire. Una guerra tra poveri si scatena. Un groviglio di corpi fluttua misteriosamente, all’inseguimento affannoso di qualche pregevole spazzatura.

 

Saglietti, con uno sguardo attento e sofferto allo stesso tempo, riprende i momenti salienti di questa drammatica lotta alla sopravvivenza. Ritrae scene orrende, che fanno emergere sdegno, rabbia, indignazione. Dolore. Dall’arrivo dei camion allo scarico della spazzatura, al «tuffo» umano sui rifiuti, alla ripresa di montagne letteralmente ripulite, alla triste immagine di un cane morto… tutto si presenta con toni sconcertanti e irreali.

 

Più che mettere in rilievo l’orrore che suscita la visione, il fotografo fa tuttavia emergere la pietas verso un mondo negato nel suo diritto alla vita.