Visita ad Expo per i delegati di Confcooperative-Federabitazioni. il presidente Maggioni: «la proprietà privata è un bene che deve essere piegato a una funzionalità sociale»

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L’equa ridistribuzione delle risorse ha a che fare anche con il corretto sviluppo urbanistico delle città e con un abitare che sia dignitoso per tutti.

 

Su questi temi si sono confrontati oggi a Expo Milano 2015, nel padiglione della società civile a Cascina Triulza, i delegati di Confcooperative-Federabitazioni durante il convegno “Come cambiano le città: la rivoluzione sostenibile delle cooperative”. Delegati che poi hanno chiesto di fare una visita guidata al padiglione della Santa Sede.

 

«Attraverso il convegno e con questa visita – ha detto Alessandro Maggioni, presidente di Confcooperative-Federabitazioni – abbiamo voluto far riflettere i nostri operatori su un messaggio specifico. E cioè che le città vanno sì rigenerate, ma garantendo un equilibrio sostenibile per tutti. Chi trasforma l’ambiente può essere visto come chi toglie cibo ed erode territorio. Invece dobbiamo sempre rifarci a quanto scrive papa Francesco nell’ultima enciclica. E cioè che la proprietà privata è un bene che deve essere piegato a una funzionalità sociale. È quello che vogliamo fare anche noi come cooperative che contribuiscono alla rigenerazione del territorio».

 

Il presidente di Confcooperative-Federabitazioni si è poi soffermato a riflettere sul padiglione della Santa Sede. «Confocooperative è una realtà laica – ha detto Alessandro Maggioni –, ma è figlia della dottrina sociale della Chiesa. Sentiamo molto forte la nostra radice e lo scorso 28 febbraio siamo stati anche in udienza generale dal papa. Il padiglione della Santa Sede è un luogo dove, all’interno di Expo, si coglie veramente il senso di tutta l’esposizione e cioè riflettere sulla mancanza di cibo. E lo si fa lanciando anche un messaggio di speranza oltre a denunciare le carenze e le ferite del pianete. Mi colpisce molto, inoltre, che tra le tematiche qui rappresentate ci sia anche quella delle periferie, dove ritorna il legame tra città e campagne, tra ricchezza e povertà».