Il vicepresidente della Consulta antiusura, mons. Alberto D’Urso, nell’edicola di Caritas in Expo

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«Mi ha colpito molto la torre delle monete, un modo efficace per denunciare che oggi tanta ricchezza è nelle mani di pochi. L’avidità, il desiderio di possesso sono all’origine dell’impoverimento e dell’indebitamento delle famiglie anche in Italia e in specie nel Mezzogiorno». Lo ha detto questa mattina il vicepresidente della Consulta antiusura, mons. Alberto D’Urso visitando l’edicola Caritas ad Expo.

 

«Negli anni della crisi – ha commentato mons. D’Urso – l’importo medio delle richieste di aiuto alle fondazioni è passato da 20,30 mila euro a 100 mila mentre è diminuito il numero delle domande. Il carico di debiti pro capite dunque è aumentato e, contemporaneamente, sono diventate sempre di meno le famiglie che hanno potuto chiedere il nostro intervento, perchè avendo perso il lavoro, non hanno più un redditto con il quale garantire la restituzione del prestito».

 

Casa e tasse sono le cause principali di indebitamento. Il 20 per cento delle famiglie che si sono rivolte alle Fondazioni antiusura lo ha fatto per essere aiutato a pagare il mutuo per la casa o per rinegoziare il pagamento dei tributi ad Equitalia.

 

Tra gli indebitati che diventano facili vittime di usura ci sono poi i giocatori patologici d’azzardo. «Gli italiani hanno speso lo scorso anno 80 miliardi di euro alle video-lotterie, nelle sale giochi, nei casinò on line. Da questa enorme quantità di denaro lo Stato ha guadagnato 7,8 milardi, una cifra nemmeno sufficiente a pagare le cure a chi di gioco si è ammalato».

 

Nel corso del 2014 le 28 fondazioni antiusura che aderiscono alla Consulta hanno erogato 18 milioni di euro a favore di mille famiglie.