«Siamo pronti a ristrutturare circa 100 alloggi e ad affittarli secondo i criteri che saranno stabiliti da Palazzo Marino». Lo ha annunciato il presidente della Fondazione San Carlo di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti.

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«Non appena il Comune pubblicherà il bando, presenteremo la richiesta di assegnazione. Grazie al finanziamento della Curia, voluto espressamente dal Cardinale, siamo pronti a ristrutturare circa 100 alloggi e ad affittarli secondo i criteri che saranno stabiliti da Palazzo Marino». Lo ha annunciato il presidente della Fondazione San Carlo di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, questa sera, al dibattito sulla questione abitativa di Milano che si è svolto all’Edicola Caritas in Expo.

 

Lo scorso 25 settembre, la Regione Lombardia ha stralciato dall’elenco Erp (Edilizia residenziale pubblica) 305 appartamenti sfitti nei condomini del Comune presenti a Milano. Ora toccherà al Comune assegnarli ai gestori attraverso un bando pubblico. Tra i candidati c’è proprio la Fondazione San Carlo. Il progetto vale complessivamente 2 milioni di euro. La Curia ha affidato alla Fondazione già un milione di euro provenienti dai fondi dell’8 per mille alla Chiesa Cattolica e si è impegnata a trovarne un altro. La somma era stata offerta, per volontà dello stesso Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, a dicembre dello scorso anno, proprio in uno dei momenti di maggiore tensione in città. Lungaggini burocratiche hanno impedito di far partire il piano. Ma ora la situazione pare essersi, almeno in parte, sbloccata.

 

«Si tratta di appartamenti sfitti, da 50 a 70 metri quadrati, di proprietà del Comune. Gli immobili non sono in condizioni fatiscenti, ma hanno bisogno di essere ristrutturati. Per questo motivo la delibera regionale stabilisce che i soggetti del privato sociale che intendono gestirli dimostrino di avere la disponibilità economica per affrontare gli interventi. Requisito che noi possiamo soddisfare grazie ai fondi della Curia. A questo punto tocca al Comune pubblicare il bando. Noi parteciperemo e se lo vinceremo, daremo avvio ai lavori in circa 100 alloggi. Una quota sarà affittata a canone moderato, un’altra a canone sociale per far fronte ai casi di emergenza, ad esempio chi ha subito uno sfratto e si trova già nelle liste Erp», ha spiegato Gualzetti.

 

«Per l’apertura del bando è questione di giorni – ha annunciato oggi l’assessore alla Casa del Comune di Milano Daniela Benelli –, da febbraio aspettavamo il via libera di Regione Lombardia. Ora siamo pronti. La volontà espressa dal cardinale Scola di partecipare a questo progetto ci rende davvero felici; nonostante gli sforzi immani dell’Amministrazione per riqualificare gli alloggi popolari – stiamo investendo ogni anno almeno 20 milioni di euro, più che raddoppiati nel 2015 – l’emergenza abitativa ha assunto dimensioni importanti e la disponibilità di queste case rappresenterà per molte famiglie un vero sollievo. Faremo in modo che siano destinati a diverse situazioni critiche, compresi i casi di sfratto. Non posso che ringraziare la Curia di Milano e la Fondazione San Carlo per aver deciso di rispondere all’appello del Comune e mi auguro che questo esempio di collaborazione stimoli altri enti a fare lo stesso, consentendoci di ridestinare alle famiglie gli oltre 300 alloggi e magari aprendo nuove strade».

 

L’intervento è, tuttavia, solo un piccolo contributo a un problema che ha dimensioni ben più importanti.

 

«Sono 20mila le famiglie nelle liste di attesa per una casa popolare. Ogni anno vengono assegnati 1200 alloggi. È come voler svuotare il mare con un cucchiaino – ha sottolineato Gualzetti -. Per far fronte alla questione abitativa servirebbe un nuovo piano di edilizia pubblica e porsi seriamente il problema di come finanziarlo con forme diverse da quelle che si sono pensate in passato».

 

La Fondazione San Carlo gestisce un patrimonio di 190 alloggi a Milano e provincia, in gran parte sotto soglia, cioè troppo piccoli per poter essere assegnati. Gli appartamenti, di una dimensione media inferiore ai 30 metri quadrati, sono affittati a canoni molto economici a categorie sociali particolarmente svantaggiate: padri separati, mamme sole con bambino, stranieri.

 

«I 100 alloggi che ci candidiamo a gestire, invece, saranno proposti a canoni differenziati per rispondere sia ai casi più complicati, sia per offrire una soluzione transitoria a chi si trova in un momento di difficoltà», ha spiegato Gualzetti.