Il protocollo internazionale presentato al convegno di Caritas Ambrosiana punta a consentire a tutti l'accesso gratuito alle risorse idriche. Gualzetti: «Dal 2009 sono triplicate le richieste di aiuto per pagare le bollette»

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Cento litri d’acqua al giorno per tutti. Gratis. È una delle numerose proposte contenute nel protocollo elaborato da un gruppo di giuristi dell’Università Bicocca su commissione del Comitato italiano del contratto mondiale dell’acqua.

 

Il testo, ha spiegato il presidente del comitato Rosario Lembo, è stato presentato al ministro Paolo Gentiloni, ai paesi Latino Americani dell’Alba (Alleanza bolivariana per le Americhe) e alla Segretaria di Stato Vaticano e sarà al centro di un side-event che si svolgerà a Ginevra presso il Consiglio dei Diritti umani a metà giugno. Con l’obiettivo «che arrivi, supportato da un gruppo di Stati, all’Assemblea delle Nazioni Unite per aprire un negoziato».

 

Se ne è parlato venerdì 20 marzo al convegno “Fame zero e sete zero: acqua e cibo come diritti umani” che si è svolto presso la Caritas ambrosiana.

 

A maggior ragione a poco più di un mese dall’inizio di Expo, la riflessione su acqua e cibo supera i confini della sola nutrizione. «La Chiesa – ha sottolineato mons. Luca Bressan, presidente di Caritas Ambrosiana e vicario episcopale per la Cultura, Carità, Missione e Azione sociale – è interessata alla questione antropologica e al riconoscimento della fratellanza umana. La fede ci spinge non a rivendicare un diritto astratto, ma ad utilizzare lo strumento del diritto per superare la logica dell’indifferenza». L’indifferenza che, ha aggiunto il vicedirettore di Caritas ambrosiana Luciano Gualzetti, provoca nel mondo «850 milioni di persone malnutrite» (Clicca qui per leggere la storia di frate Rodrigo Peret, che in Brasile si batte per l’accesso all’acqua dei lavoratori della terra), delle quali «15 milioni vivono nei paesi ricchi compresa l’Italia, dove a causa della crisi sono aumentate del 60 per cento le richieste di aiuti».

 

 

Perché è pur vero, come ha ricordato l’assessore all’ambiente del Comune di Milano Pierfrancesco Maran, che «i milanesi pagano l’acqua un dodicesimo di quanto la pagano i tedeschi. E in generale l’acqua a Milano costa meno di un terzo della media nazionale». Ma secondo i dati raccolti dai centri di ascolto della Caritas Ambrosiana, le richieste di aiuto per il pagamento delle bollette, tra le quali anche quelle dell’acqua, sono state quasi 1.400: il triplo rispetto al 2009. Si tratta, fortunatamente, di “una fascia molto minoritaria della popolazione”. Ma la dimensione limitata non giustifica l’indifferenza.